L’intervento di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione della Sussidiarietà, si è concentrato sullo studio di Heckman che ha dimostrato che il modello della scuola americana basato solo sulle conoscenze standardizzate risulta perdente. “Dove invece si investe anche sulle non cognitive skill – intese come capacità di estroversione, di apertura all’esperienza, di amicalità, coscenziosità e stabilità emotiva- allora si verifica una vera conoscenza all’altezza delle sfide del tempo. L’obsolescenza ormai è di 5 anni: se insegniamo solo conoscenze e non il metodo, se non tiriamo su persone curando il character non stiamo facendo scuola” ha commentato Vittadini: “per attuare tutto questo è necessario compiere dei cambiamenti come dare autonomia negli stipendi, premiando i docenti migliori, dare libertà sempre maggiori nella programmazione e nella gestione dei budget. Lavorare per una reale autonomia e una reale parità è necessario per il bene di tutti; altrimenti la scuola tutta peggiora”.
Sul rapporto libertà- diritto ha insistito invece suor Anna Monia Alfieripresidente regionale FIDAE: “i diritti sulla carta non mancano; già nella costituzione l’articolo 30 sancisce che la responsabilità educativa è della famiglia. Ma nei fatti questo non accade. Questo diritto nei fatti in Italia non c’è, perché manca la libertà nell’esercitarlo. Il problema non è la legge, che c’è, ma l’assenza di libertà legata al vincolo economico. A chi mi chiede se sto dalla parte della scuola statale o paritaria io rispondo che sto dalla parte dello studente. Dobbiamo partire da qui: dalla libertà dello studente e della famiglia che oggi in Italia è negata”.
Alessandro Mele, direttore della scuola Oliver Twist, ha infine fatto un affondo sulle sfide per le quali i ragazzi vanno preparati: “tre dei lavori oggi più richiesti, cinque anni fa non esistevano neanche. Ci sono moltissimi cambiamenti in atto, nei consumi e nel mercato nel lavoro. La didattica va quindi ripensata: è sempre più importante sviluppare nei ragazzi un approccio mentale aperto all’imprenditorialità. Occorre realismo, inteso come capacità di entrare in rapporto con la realtà: è a questo che i docenti devono introdurre”.
La serata si è conclusa con l’appello di Plinio Agostoni, moderatore dell’incontro: “l’educazione è un compito comune, di tutta la società. La realtà dei nostri tempi pone sfide enormi. Occorre una sinergia tra impresa e educazione, per fare una buona scuola. E finchè non ci sarà una libertà, anche da un punto di vista economico, non ci potrà essere una buona scuola per tutti. E’ su questo che dobbiamo lavorare insieme”.